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NOME
Vincent
Il nome venne introdotto in Inghilterra nel tredicesimo secolo e deriva dal latino. Più nel dettaglio, deriva da un nome latino: Vincentius, che significava «vincente» o «che vince», ma anche «conquistatore». Volendo applicare una morale religiosa, il nome viene dato con significato completo di «vincente sul male e sul peccato».
Se dovesse essere sincero, non ha mai fatto più di tanto caso al suo nome. É sempre stato un signorino di buona famiglia, pertanto veniva chiamato per il cognome. L'unica persona che lo chiamava per nome — e neppure completo — era la sua balia. Ma una volta andata via, smise di pensarci. Quando era piccino veniva spesso chiamato con dei vezzeggiativi, come Vinny e Vinnie, che detestava profondamente. Sua madre racconta che pestasse i piedi ogni qual volta venisse chiamato così.
COGNOME
Vhaugan
É un cognome di origine gallese, che deriva dalla parola «Bychan», che significa piccolo. Molto ironico che il suo nome ed il suo cognome combinati significhino «piccolo vincitore». Fin da bambino il suo cognome é sempre stata la parte più importante di sé, perché lo aiutava a definirsi come persona. Qualsiasi marachella poteva essere scusata con il semplice potere di una parola. La cosa lo emozionava particolarmente.
Suo padre non era un uomo più severo degli altri, ma si induriva particolarmente a non ricevere un trattamento di riguardo per via della sua famiglia. Seguendo il suo esempio, Vincent si imbottiva d'orgoglio quando si presentava. Secondo la sua piccola mente, fare come faceva il genitore gli avrebbe garantito una scappatoia.
La considerazione di questo cognome come incantesimo o parola magica svanì nel nulla con l'apparizione di suo fratello Gerard. Un meraviglioso bambino paffutello con l'aria promettente. Perché il fratellino minore si batteva sempre per l'eguaglianza, cercando di conquistare gli altri paesani a battersi con lui. Non c'erano nobili e paesani, ma solo persone.
RUOLO
Il circense
DATA DI NASCITA
5 febbraio 1830
DATA DI MORTE
29 giugno 1858
ETÀ DEL DECESSO
28 anni
GENERE
Maschile
NAZIONALITÀ
Inglese
PRESTAVOLTO
Joshua, Dear Vocalist
DESCRIZIONE
Vincent non é mai stato particolarmente alto, ma rispetto alla sua famiglia é messo meglio. La sua altezza é di 172 centimetri, ed ha un corpo gracilino, però abbastanza tonico. Non ha mai veramente avuto l'aspetto di un cavaliere o di un ereditiere ricco. Ha un portamento elegante, che comunque lascia intuire che sia di buona famiglia e non chicchessia. Cammina con la testa alta, sapendo di non aver bisogno di vergognarsi di nulla.
Aveva i capelli castani, proprio come suo padre, ma sono finiti per diventare tutti grigi per lo stress e l'orrore dell'omicidio di suo fratello Gerard. Ora hanno lo stesso colore dei suoi occhi. Non sono troppo lunghi, perché per le sue acrobazie a cavallo sarebbero stati molto scomodi. Sono lunghi quel che basta per legarli in un codino, ed eventualmente rinforzarlo con delle forcine. Ci tiene abbastanza cura.
Il taglio dei suoi occhi gli dà un'aria un po' maliziosa e cattiva, ma basta qualche conversazione con lui per rendersi conto che sia una falsa impressione. Gli occhi sono grigi, come quelli di suo fratello e di sua madre.
Ha un naso relativamente piccolo, con qualche gobbetta qua e là, sempre per via delle sue peripezie. È aquilino, ma nel corso degli anni ha assunto una forma un po' schiacciata.
È pieno di cicatrici dovute alle cadute da cavallo ed altre acrobazie, una sul gomito, una sulla caviglia, molte sulla schiena e una vicino all'orecchio. Ha anche qualche segno di varicella, specialmente sul torso.
CARATTERE
Vincent é, molto banalmente, un ragazzo sempliciotto, che tende a non programmare le cose e lasciare che tutto fluisca da sé, come deve. Ma dalla morte del fratello, c'è stato un punto di rottura, che gli ha permesso di svolgere le cose con dettaglio maggiore, e metterci più cura. Forse, inconsciamente, cerca di "non farsi scoprire" nuovamente. Insomma, la vita da circense gli ha anche fornito una nuova lezione: ogni millimetro é importante.
Può essere un qualcosa di sciocco, ma il ragazzo ha capito che é fondamentale fare in modo che le cose si incastrino perfettamente se si vuole procedere nella vita. Di conseguenza, a partire dai venticinque anni, é diventato un perfezionista, senza mai stressarsi troppo al riguardo, tuttavia. Crede che la troppa perfezione possa comportare una deviazione, e non ci tiene.
Ha delle qualità piuttosto facili da individuare: é una persona onesta, e allo stesso tempo buona ed educata. La dice la verità, ma non per ferire le persone o per trarre vantaggio dalla situazione, anche se tende a rinfacciarla durante i litigi, che comunque cerca di evitare perché non ama le discussioni.
La comunicazione non é una delle sue qualità migliori: di iniziarla proprio non gli viene, ma sa reggerla senza troppi impicci. Gli piace molto ascoltare, ed é una cosa che gli torna molto utile, soprattutto perché ama sapere informazioni riguardanti gli altri. Non sempre per malizia, ma il modo in cui si esprimono o come vengono descritti suggeriscono molto su una persona.
Raramente si fa prendere dalla rabbia: deve essere un abuso prolungato nel tempo per fargli perdere le staffe. Non ama il confronto, perché sa che a commettere l'errore fatale sarà lui. Quando accecato dalla rabbia diventa gelido, intrattabile e disgustoso. In quei momenti tira fuori il peggio di sé, programmando come eliminare la persona dalla propria vita, ma anche come ucciderla. Fortunatamente é successo solo una volta, e non ci tiene a ripeterlo.
Ama custodire con cura le proprie memorie. Non c'è nulla che ami di più dei ricordi, specialmente quelli legati al circo. Non ricorda nel dettaglio la propria morte, perché dormiva, ma sa che ha vagamente a che fare con l'acqua. Crede tuttavia di sovrapporre l'omicidio di Gerard con il suo. Inoltre, da un lato crede di averlo semplicemente spinto ad avvicinarsi, ergo non ucciso, dall'altro le pianificazioni lo rendono spregevole e assassino.
Nutre una propria morale di gentilezza. È sempre cortese, a prescindere da tutti, ma non lo ostenta come se fosse un pregio madornale, a differenza del fratello minore. Ci tiene a far sentire chiunque al proprio agio, e ama specialmente che le donne e i bambini si sentano sicuri e protetti in sua presenza. Non ama particolarmente i pargoli, per via di suo fratello, ma di certo non andrà a ferirli o farli piangere di proposito. Potrebbe anche consolarli, se necessario.
Raramente piange. Non ama esprimere tristezza, e anche quando lo fa, assume semplicemente un'aria mogia, senza piangere. Ha pianto solo quando il cavallo che possedeva da bambino venne abbattuto per via della rabbia. Era consapevole che fosse pericoloso per la sua salute, ma amava il vecchio Manny. Sua madre l'ha sempre biasimato per come esprimeva le emozioni, e nel corso del tempo ha limato rabbia e tristezza, cercando il lato positivo delle cose. Forse questo imbottigliare le emozioni gli ha causato il raptus.
È una persona particolarmente precisa e meticolosa, fin da bambino. Colorava nei bordi, teneva le cose al proprio posto: era estremamente ordinato. Sembra però che con l'omicidio tutte queste sue caratteristiche siano venute a mancare, lasciandolo sporco e disorientato sul da farsi, cosa che di solito non é. Queste sue predisposizioni si sono poi accentuate nel circo. Essendo il suo un numero di precisione, ma anche di legame emotivo con l'animale, doveva stare attento ed essere gentile. Insomma un lavoro perfetto per lui.
Non ama spettegolare, o, in generale, parlare di sé, perché ritiene che le informazioni necessarie su di lui si ricavino direttamente guardando i suoi atteggiamenti. Mentre riguardo alle altre persone, non vorrebbe spargere voci non vere, perché possono rovinare vite. È un tipetto silenzioso, in fin dei conti.
Ironicamente é tutto fuorché un sognatore. Ha sempre avuto i piedi saldi a terra, senza mai pensare a versioni alternative della realtà nella sua testa. Appena arrivato al circo ha chiesto subito cosa potesse fare per uno stipendio, anche minimo. Fin da bambino sapeva di voler essere l'ereditiero Vhaugan, cosa che poi non é diventato, ma per colpa sua. Non incolpa quindi suo padre, morto senza eredi. In fondo, conosce il principio di azione e reazione.
Mantiene una facciata calma quasi sempre, ed anche quando perde le staffe non si agita fisicamente e non urla, perché non gli piace. Gli ricorda suo padre quando era arrabbiato con la madre, e odia quei ricordi, nonostante non abbia mai effettivamente partecipato a una loro lite. Comunque le urla risuonavano per casa.
Cerca un'approvazione di una figura sia materna che paterna, che alla fine ha ritrovato nel circo con il direttore e sua moglie, che gli hanno voluto bene come un figlio. Sua madre Doris non l'ha mai considerato come figlio, e suo padre era spesso assorbito da Gerard, nonostante preferisse comunque Vincent. Da lui ha preso l'obiettivo di viaggiare e scoprire il mondo, che ha quasi raggiunto grazie al circo. Allontanarsi dalla cittadina natale é sempre stato un punto focale del suo piano di vita.
È una persona con pochi interessi ma costanti. Ad esempio i cavalli, l'arte e il pane sono gli elementi che desidera trovare in una sua giornata tipo. Raramente se ne aggiunge uno nuovo. Preferisce attaccarsi a quello che ama, e non uscire dalla comfort zone. Non é sicuro che sia un buon tratto caratteriale, ma in fondo a chi importa davvero?
Non ha mai stretto vere amicizie. Relazioni sì, e da bambino giocava con altri ragazzini, ma nessuna relazione si é mai evoluta in amicizia o amore, e non si é nemmeno prolungata fino alla sua adolescenza. Ha sempre avuto interesse in qualche ragazza, forse ricambiato, ma non si é mai proposto e nemmeno lo hanno fatto loro. Di solito é lui a prendere iniziativa in questo campo, ed usa frasi chiare e dirette per evitare fraintendimenti. Non ama particolarmente le risatine delle ragazze quando si dice qualcosa di ambiguo.
É fanatico di modi di dire, proverbi e via dicendo. Ne ha sempre uno da sfoderare all'occasione indicata. Questo faceva molto ridere il direttore, che non rideva di presa in giro ma di ammirazione. Ha un vocabolario estremamente vasto e colto, sebbene non si sia mai sforzato più di tanto nella lettura.
Raramente si annoia: reputa che le persone intelligenti abbiano sempre qualcosa da fare. Non gli piace stare con le mani in mano, ed é quasi sempre alla ricerca di qualcosa per ammazzare il tempo, come ad esempio una bella partita a carte.
Qualcosa che non ama invece sono le ostentazioni delle proprie qualità, proprio come faceva Gerard, che si vantava della sua umiltà e della sua cortesia. Secondo Vincent, questa cosa annullava entrambe, ma é un pensiero che alla fine ha sempre tenuto per sé.
Inoltre ama le routine.
PASSATO
Vincent nacque dal secondo matrimonio di sua madre Doris. Era rimasta vedova in giovane età, e sua madre era stata abbastanza arguta da combinarle un matrimonio con il ragazzetto più promettente del posto: Corbin Vhaugan. Un tipetto con tanto sale in zucca e idee rivoluzionarie, ma con il vizio di investire soldi in progetti al di fuori delle proprie portate.
Doris era abbastanza furba da convincerlo a smettere di buttare la propria eredità così, ma di usarla piuttosto per ottenere il rispetto della propria cittadina. I suoi genitori si erano arricchiti grazie ad i commerci ed avevano vissuto una vita agiata, e di certo non avrebbero voluto vederlo spendere tutto così! Non era forse meglio trovare moglie e mettere su una famiglia? Anche gli uomini intelligenti abboccano alle esche, a volte. Rapito dal carisma della vedova, organizzò il loro matrimonio.
Con l'intento di accaparrarsi un posto fisso in famiglia, la donna lo convinse ad avere un figlio molto presto. Dopo un anno di matrimonio, venne al mondo Vincent. Sebbene lo stesse facendo per i propri interessi, Doris non poteva che provare un minimo di affetto per il figlio ed il marito. Trattava entrambi con sufficienza, ma non maltrattava nessuno dei due. Fin da piccino Vincent pendeva dalle labbra del padre. Amava ascoltare i suoi progetti, i viaggi che avrebbe voluto fare, ma che la moglie gli aveva impedito. Ormai si stava rendendo conto di essere stato usato come pedina, ma non per questo smetteva di ammirarla.
Quello che Vincent ricordava bene della propria infanzia era come avesse inquadrato sua madre. La donna preferiva passeggiare da sola, o al massimo in compagnia di qualche cameriera. Sebbene cercasse di richiamare le sue attenzioni, lei cercava di ignorarlo il più possibile. Non riusciva a capire perché. Doris aveva fatto quello che doveva fare: tenersi il marito ricco e dargli un'erede. Non dovevano aspettarsi nulla di più da lei. Prendersi cura del figlio era compito delle balie, non certo di una nobildonna.
Dunque il ragazzino si affidava completamente al padre, che alla fine era diventato medico. Raramente veniva chiamato al lavoro, perciò passava molto tempo col figlio. Anche se non se ne rendeva conto, la moglie l'aveva convinto di essere superiore agli altri, e spesso usava soldi e il proprio nome per trovare vie altrimenti chiuse. Vincent credeva fosse una cosa incredibile. Amava essere il pupillo di una famiglia del genere. Tuttavia, giunto all'età di otto anni, capiva che la tensione tra i suoi genitori era alle stelle. Suo padre iniziava a minacciare sua madre, che manteneva il suo contegno indisciplinato e inaccettabile per una donna.
Seriamente spaventata dopo alcune minacce particolarmente cruente Doris decise di avere un secondo bambino con lui. Vincent non era particolarmente contento della prospettiva, ma era pur sempre suo fratello, ed era estasiato all'idea di diventare quello che suo padre era stato per lui. La differenza tra lui e Gerard era indiscutibile: il secondo era molto più carino e docile, e mostrava tratti di una sensibilità fuori dal comune. Ma soprattutto, aveva qualcosa che lui non aveva mai avuto: le attenzioni di sua madre. La cosa lo scioccava particolarmente. Non aveva mai assistito di persona ad uno dei loro litigi, ergo non poteva sapere che Doris amava Gerard per salvare la propria vita, ma agli occhi di un bambino quella era una grande ingiustizia.
Iniziava a coltivare nei suoi confronti un astio incredibile. Nel frattempo che in casa le cose deterioravano, in città andava tutto bene. Crescendo era diventato un bel ragazzo, forse con un'aria un po' alienata, ma del resto tutti riconoscevano che avesse un buon cuore. Era onesto con i conti, e alla fine non usava il suo nome più del dovuto. Rispettava chiunque ed era un gentiluomo. Amava leggere, apprezzava l'arte, e aspettava con calma che qualche fanciulla lo adocchiasse. Aspettava con ansia di sposarsi: la mancanza dell'amore materno lo spingeva in cerca di donne, che finiva inevitabilmente per considerare figure materne.
Anche Gerard alla fine si era fatto grande: a sedici anni aveva un diavolo per capello e idee fuori dal comune, proprio come suo padre. Rivedendosi in lui, Corbin finiva per essere più accondiscente di come era stato con Vincent, e l'amore della madre, anche se parzialmente falso, gli permetteva di considerarsi al di sopra del fratello maggiore. L'astio che Vincent provava, infatti, non era mai stato espresso nei suoi confronti. Non voleva dargli il cattivo esempio!
Quel comportamento però dava a Gerard la convinzione di dover essere il nuovo erede della fortuna Vhaugan, e gli aveva fatto assumere un comportamento prepotente e crudele nei confronti di Vincent. Il giovane non sapeva che fare: ormai aveva venticinque anni, e non poteva farsi mettere i piedi in testa da uno sciocco ragazzino di diciassette anni.
Inoltre, lo trovava irrispettoso nei confronti del duro lavoro del padre. Anche se mosso da buoni ideali, Gerard rifiutava di usare il proprio nome come vantaggio, e derideva il fratello ogni qual volta lo facesse, umiliandolo e chiamandolo asino. La gente gli dava ragione: un po' perché era più affascinante di Vincent, un po' perché sembrava davvero essere il nuovo erede, e di certo non volevano che gli rovinasse la vita. Insomma: il ragazzo veniva trattato bene solamente quando da solo. Anzi, spesso venivano a scusarsi.
Ma ormai non bastava più sentirsi ripetere dei mi dispiace.
C'era una sola cosa su cui Gerard non facesse lo sbruffone: il nuoto. Coltivava una paura terribile dell'acqua fin da bambino, e quando era piccino Vincent lo proteggeva dai corsi d'acqua che percorrevano il territorio, tenendolo soprattutto lontano dal lago, che non aveva mai visitato.
Era inverno. Il lago era gelato: solo chi bazzicava in quella zona da sempre sapeva che il ghiaccio era troppo sottile per passarci sopra, e che il peso di una persona era abbastanza per farlo crollare. Era un lago profondo, e in una zona distante dalle abitazioni: era difficile sopravviverci cadendo. I soccorsi non sarebbero mai arrivati in tempo. Ed anche se fosse successo, la febbre sarebbe dovuta bastare a terminare il lavoro.
Sfruttando l'idea che il fratello si era fatto di lui, Vincent lo convinse ad andare con lui a fare una passeggiata. Non avendo mai avuto interesse nel lago, Gerard non sapeva come comportarsi in una zona così impervia. Il fatto che il maggiore fosse così premuroso nei suoi confronti lo fece spesso sentire in colpa durante il percorso. Forse aveva maltrattato qualcuno che in realtà gli voleva molto bene, e che non l'aveva mai ferito. Al pensiero veniva preso da strette al cuore, ed ogni momento sembrava buono per ammetterlo. Ma per via del suo orgoglio non disse niente.
Nei giorni precedenti Vincent aveva ben delineato i contorni del lago, con dei simboli riconoscibili solo da lui. Dopo essersi bene impresso la conformazione che l'acqua aveva assunto, gelata, aveva coperto i bordi con foglie secche, neve, qualsiasi cosa si camuffasse con il terreno. Lavorando sodo, aveva ottenuto un lago che sembrava molto più piccolo di quanto fosse. Grazie ai simboli che aveva imparato, sapeva quale fosse la zona sicura dove camminare. Gerard no.
Con qualche incoraggiamento, spinse il fratello a dirigersi verso il lago ghiacciato, spiegandogli che sarebbe stato impossibile per lui annegare. Rincuorato dalle considerazioni che aveva fatto per tutto il viaggio, il minore non pensò nemmeno che potesse trattarsi di una trappola. Naturalmente commise un passo falso ed il suo peso, unito a quello delle foglie e della neve, ruppe il ghiaccio, facendo cadere nell'acqua gelata. Per quanto cercasse di riemergere, Vincent non provava pietà alle sue grida d'aiuto. Forse aveva esagerato, ma in quel momento voleva solo vederlo sparire.
Non ci volle molto affinché annegasse. Una volta certo della sua morte, si pulì le scarpe e tornò a casa, annunciando che aveva perso il fratello nel bosco, con aria spaventata. Prese parte alle ricerche, e per qualche tempo ci credette davvero che si fosse semplicemente perso.
Tuttavia, una volta ritrovato il cadavere, o perlomeno individuato, visto che era impossibile ripescarlo senza mietere altre vittime, fu subito chiaro che Gerard non poteva essersi avvicinato al lago per curiosità, dato il suo odio puro per i corpi d'acqua. Restava poi il cumulo di foglie e neve un po' ovunque, che certo poteva essere stato causato dal vento, ma nel contesto era molto sospetto. In più il lago era in una zona particolarmente nascosta, era difficile che ci fosse arrivato da solo.
Insomma, i sospetti caddero immediatamente (ed a ragione) su Vincent, che non abituato ad essere nel torto marcio, non aveva nemmeno idea di come affrontare la situazione. Non si trattava di aver rubato una mela, ma di aver ucciso il proprio fratello. Suo padre, che in fondo aveva sempre avuto un debole per lui, temporeggiava con la giustizia, negando che il figlio potesse aver commesso un crimine di quella portata. Non era forse incoerente?
Quel tempo bastò a Vincent per sfuggirsene di casa, senza assolutamente niente. Non era sicuro se cercasse la morte, o la libertà. Fatto sta che poco vicino i confini della città, si era sistemato il circo, in procinto di andar via. Il ragazzo non ci era mai stato, ma la situazione lo costringeva a trovare un riparo se non voleva morire. Chiese ospitalità, e la ricevette. All'epoca il circo era composto dai famosi fenomeni da baraccone: molti erano frustrati con la loro vita, e odiavano che un ragazzo in salute venisse da loro, ma altri lo accolsero senza alcun problema. Specialmente il direttore, che si rivedeva molto nel giovane Vincent.
Chiaramente non poteva essere esposto come fenomeno da baraccone, perché non aveva assolutamente niente di strano o «orrido» che potesse suscitare l'attenzione del pubblico. Però, da bravo ragazzo di buona famiglia, sapeva cavalcare, e il direttore gli chiese di fare quello. Naturalmente non doveva solo andare a cavallo, ma anche esibirsi in acrobazie: anche semplici, per prendere la mano. Aveva bisogno di lavorare se voleva essere mantenuto dal circo.
Così, senza pensarci troppo, accettò. Naturalmente non fu facile come sembra: ci vollero molte cicatrici e cadute per renderlo abbastanza capace per essere mostrato al pubblico, inoltre il cavallo che usava era del direttore, e molto nervoso. Ma quando fece il suo ingresso nello spettacolo fu accolto molto bene: alle donne e i bambini piaceva qualcosa che "rinfrescasse" gli occhi dopo tante "mostruosità".
Gli ultimi tre anni di Vincent furono belli, molto. Amava il circo come se fosse la sua famiglia, ed aveva una certa popolarità. Lui e il direttore erano amici, e quasi tutti nel circo lo rispettavano, e la cosa era reciproca.
Ma tutte le cose belle sono destinate a finire. Una sera estiva era particolarmente esausto, dopo tutti quegli spettacoli incredibili. Ma aveva comunque bisogno di una lavata, e si infilò in una tinozza d'acqua calda. Essendo piuttosto minuto rispetto ai suoi colleghi, quella tinozza non gli permetteva di sedersi a suo agio, ma ormai ci aveva fatto l'abitudine.
Poggiò la testa sul bordo, stanco. Ogni tanto pensava a Gerard, ai suoi genitori, ma nulla di questo gli sembrava ormai reale: solo un incubo. Era un'altra vita quella, quando Gerard era morto, era morto anche lui. Ed era rinato nel circo, come stella. Chiuse gli occhi, con l'intento di riposarli, ma si addormentò. Per colpa di quella tinozza scomoda, scivolò al di sotto dell'acqua, ancora addormentato.
Non ricorda se combatté per la vita o lasciò che Gerard si vendicasse, ma la mattina dopo il direttore annunciò con dispiacere che l'acrobata più amato di sempre era deceduto durante la notte.
ABILITÀ
: ̗̀➛ Ha una grande forza fisica ed é abbastanza veloce, soprattutto grazie alle acrobazie a cavallo che ha svolto negli ultimi anni della sua vita. Si é allenato fin da giovane, perché amava correre e saltare in groppa al suo Manny. È anche un ottimo equilibrista, e se servisse, sa giocolare.
: ̗̀➛ È dotato di un buon intuito, e la sua capacità di ascolto gli rende abbastanza semplice inquadrare le persone con cui parla. Inoltre custodisce molte informazioni, grazie alla sua buona memoria auditiva.
HOBBY E PASSIONI
: ̗̀➛ È un grande amante dell'arte, si dedica dunque al collezionismo. Prima di uccidere Gerard usava parte del patrimonio familiare per assicurarsi che la dimora dei Vhaugan non fosse mai spoglia di cose belle da vedere. Specialmente le statue.
: ̗̀➛ Ama dipingere: teneva da parte una porzione dello stipendio da circense per comprare materiale per la pittura. Non è mai stato particolarmente eccelso nell'ambito, ma ama semplicemente sedersi e colorare.
: ̗̀➛ Ama cavalcare, sia come lavoro che come hobby. Insomma, é una di quelle attività che non abbandonerebbe mai...nemmeno da morto. È ancora in lutto per Manny.
: ̗̀➛ Cucinare il pane. Non un'attività mascolina, almeno per l'epoca, ma gli piace guardarlo mentre si gonfia nel forno.
: ̗̀➛ Giocare a carte. È sempre disposto a fare una partita, anche con qualcuno che non conosce. Per lui é importante solo che non bari, e che se lo faccia, lo faccia bene.
COSE CHE AMA
: ̗̀➛ Un po' ripetitivo, ma i cavalli. Sono animali così fieri, e li vede come rappresentazione più vera della libertà.
: ̗̀➛ Il tè con i biscotti, da bravo inglesino qual'é. Non é così patito da fermare un'esibizione per andare a fare la sua amata pausa del tè, ma é senza dubbio qualcosa che ama.
: ̗̀➛ Le passeggiate! Fin da piccino scorrazzava nelle alture e amava fare il bagno nei laghi, anche se freddi.
: ̗̀➛ Gli animali, più in generale. Li ama tutti, e porta loro grande rispetto. Nello specifico, ama particolarmente una vecchia tigre del circo ormai morta di vecchiaia. Ogni tanto ci pensa e si lascia sfuggire un «Oh, povera Jewel»
: ̗̀➛ Seguire le routine, perché gli danno un senso di sicurezza e che stia facendo la cosa giusta.
: ̗̀➛ La buona cucina. Sa fare solo il pane, ma apprezza molto i pasti cucinati dagli altri. In particolare amava quello che cucinava la moglie del direttore.
: ̗̀➛ I ricordi. Qualsiasi memoria, bella o brutta, é custodita da lui con particolare cura. Tiene fotografie e oggetti appartenuti ad altre persone in un piccolo cassettino.
: ̗̀➛ Il circo, perché l'ha accolto come una seconda famiglia e non potrebbe esserne più grato.
: ̗̀➛ L'estate: un po' perché gli ha dato la pace eterna ed un po' perché a tutti piace il sole sulla pelle.
COSE CHE ODIA
: ̗̀➛ Suo fratello. Beh, l'ha ucciso, quindi era piuttosto chiaro che non fosse un suo grande fan.
: ̗̀➛ L'inverno: suo fratello é morto in inverno. Gli ricorda l'omicidio.
: ̗̀➛ La neve, sempre per la ragione precedente.
: ̗̀➛ Sua madre, e l'amore che non gli ha mai dato. Dice di volerle bene, ma in fondo sa che non é così.
: ̗̀➛ Le cose fuori orario, ad esempio un pasto alle quattro e mezza, o chi arriva in ritardo.
: ̗̀➛ I calcoli imprecisi, specialmente se approssimati.
: ̗̀➛ Il cielo nebuloso. Preferisce di gran lunga quello limpido.
: ̗̀➛ Le malattie, specialmente quelle animali.
: ̗̀➛ Chiunque storpi il suo nome o lo chiami con qualcosa al di fuori di Vincent.
: ̗̀➛ I ladri e i vandali.
COSA LO TERRORIZZA
: ̗̀➛ Le malattie: ha paura di prendere il vaiolo, cosa che lo inquieta ancora nonostante l'età. Da piccino prese la varicella, ma il medico la scambiò per vaiolo e lo diede per morto. Furono giorni di terrore per lui. E poi teme molto anche la rabbia.
: ̗̀➛ Che Gerard ritorni a fargli del male. Non ha paura del fratello in sé, ma che qualcuno possa in qualche modo sconfiggere la morte. Inutile dire che la situazione per lui è imbarazzante. Comunque ha sempre paura di Gerard. Se lui é ritornato, perché non dovrebbe farlo anche il fratello?
VISIONE DEL MONDO
Non ha mai visto il mondo attraverso occhi bambineschi: ha sempre guardato quello che c'era veramente, e non sognava di cambiarlo in qualche maniera. L'ha preso così com'era quand'era in vita, ma ora crede che agiscano forze invisibili agli occhi, più potenti e forti.
Qualcosa in grado di strapparlo dalla tomba, qualcosa in grado di rendere il pianeta magico. È curioso ma spaventato.
MORALI
Cercare sempre di essere gentile e non ferire mai nessuno. È un po' ironico, visto il suo comportamento in vita. Ma l'eccezione conferma la regola, o no? Vuole vivere (o meglio, voleva) esattamente come desiderava, seguendo delle routine apposta per lui, senza dare spazio alle opinioni altrui.
Dopotutto, Vincent crede che si viva solo per sé stessi, ed é la sua più grande convinzione. Condanna molto gli assassini, consapevole di farne parte.
PUNTI DEBOLI, AMBIGUI E FORTI
: ̗̀➛ È molto difficile per lui prendere sonno. Spesso cede alla spossatezza nei momenti sbagliati, come quelli che l'hanno condotto alla sua morte.
: ̗̀➛ Nonostante tutto, ha ancora qualcosa di infantile ed ingenuo. Tende a non ascoltare il proprio istinto.
: ̗̀➛ Zoppica leggermente. Non gli ha mai dato fastidio, ma con una nuova botta alla gamba sinistra potrebbe essere un problema. Molti lo acclamavano per via delle sue acrobazie nonostante il leggero difetto.
: ̗̀➛ Ha un'ottima memoria auditiva, ma sa sfruttare anche quella fotografica. Si fida molto dei suoi ricordi.
: ̗̀➛ Regge bene le basse temperature: merito dei bagni nei laghi ghiacciati da bambino. Rischiava delle belle febbri, ma le ha sempre scampate.
COME REAGISCE SOTTO STRESS?
Tendenzialmente rimane calmo, o almeno apparentemente. Cerca di elaborare informazioni come ricordi, frasi, conoscenze personali che possano tornargli utili nel caso.
Cercherà comunque di evitare di ragionare assieme a qualcun'altro o di fare contatto con altre persone, preferendo ragionare o semplicemente stare da solo.
Non ama le responsabilità e cercherà di sfuggirne.
ALTRO/CURIOSITÀ
: ̗̀➛ È allergico al pelo di gatto.
: ̗̀➛ Il suo fiore preferito é la viola. Ha sempre sognato di riceverne un mazzolino, magari dalla sua bella.
: ̗̀➛ Uno dei suoi più grandi rimpianti é non essersi sposato né aver avuto figli.
: ̗̀➛ Vorrebbe davvero molto rivedere la sua balia, ma non la propria famiglia.
TAG
-svnflower-
L'estetica di questa scheda é discutibile, verrà migliorata promessona. Sono molto contenta di Vincent e spero piaccia anche a te! Scusa ancora per il ritardo e grazie mille dei giorni in più, e se c'è qualcosa che non va non esitare q farmelo notare 🫶🏻🫶🏻 spero non ci siano refusi ohibò
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